Primo premio nazionale Bianca Maria Pirazzoli

 Giovedì 4 dicembre, nell'ambito della settimana di eventi "Il Gruppo Libero, dal '68 al futuro", si è svolta a Bologna, al Teatro San Martino, la premiazione del "Primo premio nazionale Bianca Maria Pirazzoli", bando di concorso, rivolto ad attrici, aspiranti attrici e scrittrici teatrali, finalizzato alla promozione dei percorsi professionali e di ricerca delle donne in ambito scenico e drammaturgico.

Il premio intende ricordare così, a dieci anni dalla sua prematura scomparsa, la figura di Bianca Maria Pirazzoli, attrice, regista, animatrice culturale che ha diretto per quasi vent'anni la compagnia contribuendo, attraverso un lungo e intenso percorso di ricerca e sperimentazione, alla crescita culturale della città: con intuizioni che spesso precorrevano i tempi, Bianca Maria Pirazzoli ha intrecciato la ricerca sul contemporaneo, la pratica laboratoriale, l'indagine sulla scrittura scenica femminile, il teatro come inter-cultura, con un forte anelito verso la formazione e la prosecuzione di linee culturali. Per mantenere vivo lo spirito e il senso profondo del suo lavoro, e collegare così il filo del passato al futuro, il premio intende dare non solo visibilità, ma anche opportunità concrete alle donne che desiderino lavorare nel teatro.

Il Primo premio nazionale Bianca Maria Pirazzoli, ideato da Claudia Palombi e indetto da Il Gruppo Libero, ha ricevuto 130 candidature, provenienti da tutto il territorio nazionale (e dalla Svizzera italiana), di cui 36 per la sezione A dedicata alle attrici, 29 per la sezione B rivolta alle aspiranti attrici, e 65 per la sezione C incentrata invece sulla scrittura di un monologo teatrale al femminile inedito. L'analisi delle proposte ricevute ha richiesto mesi di rigoroso lavoro, che hanno portato alla selezione di sette attrici finaliste tra le professioniste, a un laboratorio intensivo di due giorni con dieci aspiranti attrici selezionate sulla base dei provini e all'individuazione del monologo vincitore.

Le sette finaliste della sezione A - Elisa Davolio Marani, Marianna Esposito, Raffaella Giancipoli, Candelaria Romero, Francesca Tranfo, Daniela Visani, Ketty Volpe - si sono esibite durante la serata del 4 dicembre sul palco del teatro San Martino proponendo brani della durata di 10 minuti, che spaziavano da opere di Luigi Pirandello, Gabriele D'Annunzio, Fabio Bix, Pino Roveredo a testi teatrali autografi. Al termine delle esibizioni delle sette attrici selezionate per la sezione A, Daniele Dainelli, attore, drammaturgo e regista della compagnia "Fratelli di Taglia" che ha presentato la serata insieme a Claudia Palombi, ha intrattenuto il pubblico stemperando la tensione con un pezzo comico classico, "I tre tic". Quindi la giuria, presieduta da Laura Curino, una delle voci più rappresentative del teatro di narrazione italiano, ha premiato come miglior attrice Candelaria Romero, artista di origine argentina, cresciuta e formatasi in Svezia dove la famiglia, in fuga dalla dittatura, ha ottenuto asilo politico. Dal 1992 risiede e lavora a Bergamo dove svolge attività teatrale e di scrittura, lavorando nell'ambito della cosiddetta 'letteratura della migrazione'. C'era una volta un piccolo uomo... inizia così "Hijos", di cui Candelaria ha presentato un estratto per il premio: una sedia, pentole per terra e uno scialle colore rosso sangue. Hijos narra l'odissea migratoria della famiglia dell'autrice che, in seguito alla dittatura militare in Argentina, deve lasciare il paese per rifugiarsi in Bolivia, e poi da lì in Svezia. A narrare la storia, che descrive eventi drammatici con il linguaggio magico di una fiaba, che si fa poesia grazie alle capacità espressive della Romero, è il padre della famiglia, il piccolo uomo dell'incipit, di cui seguiamo l'infanzia, le storie d'amore, l'attività politica, la scrittura e la passione per la poesia, il carcere, la tortura, l'esilio.
Candelaria Romero ha ricevuto come premio un'opera del noto artista Paolo Conti.

In scena nella serata del 4 dicembre anche le due vincitrici ex aequo della sezione B, Esther Grigoli, veronese residente a Mantova, che ha messo in scena un brano da "Psicosi delle 4:48" di Sarah Kane, e la pistoiese Chiara Moretti, nelle vesti della "Pazza di Chaillot" di Jean Giradoux. Le due giovani aspiranti attrici saranno premiate con la partecipazione gratuita ai laboratori teatrali organizzati da Il Gruppo Libero: la preparazione attorica che svolgeranno si concluderà con la messa in scena del monologo vincitore della sezione C, "Alice, oh che meraviglia" di Alessandra Tomassini. L'autrice, marchigiana da parecchi anni residente a Bologna, è impegnata su più fronti nella pratica teatrale: oltre ad essere autrice di numerosi testi drammaturgici, finora inediti, e ad aver avuto esperienze di regia teatrale, Alessandra ha anche recitato in diversi spettacoli, tra cui "Milana, ombre cecene" di Roberta Cortese, regia di Gabriella Bordini al Teatro Baretti di Torino (2008) e "Samuel" da S. Beckett, adattamento e regia di Leo De Berardinis, al Festival Santarcangelo dei Teatri (1995). "Alice, oh che meraviglia" affronta, attraverso la storia dell'amore tra un'Alice catapultata un mondo che non riconosce più e una piccola pianta d'appartamento, il dramma sociale, e umano, di una malattia degenerativa come la sclerosi laterale amiotrofica, la solitudine, l'indifferenza, l'abbandono in uno dei, purtroppo numerosi, casi di malasanità. La giuria ha conferito il primo premio alla Tomassini valutando la sua opera "un monologo dalla scrittura scenica compatta, che presenta azione e ritmo. L'autrice comunica il contenuto sociale sapendo cogliere l'alternanza di giocosità e dramma con pudore e senso del climax drammaturgico."

Tra i monologhi candidati è stato segnalato, con la possibilità di entrare in progetti di messa in scena, anche "Che oggi torna a casa", della pratese Laura Bucciarelli, "un testo dalla scrittura frammentaria, dove la condensazione della parola poetica può costituire stimolo per attrice e regia che vogliano trovare nel gesto, nella danza, nelle soluzioni sceniche, la chiave della messa in scena".
Per aspiranti attrici e scrittrici la vittoria apre quindi la possibilità di incontrare realmente il pubblico e compiere un primo passo per trovare la propria strada nel teatro.
La serata è stata seguita da un pubblico numeroso e attento, che ha applaudito calorosamente le esibizioni.